La rivincita di Gambardella

La tensione cresce di minuto in minuto. La Lavagnese attacca, deve assolutamente vincere perché in campionato è arrivata dietro ai biancoazzurri. La Sanremese si difende con le unghie e con i denti, e ringrazia i miracoli del suo portiere Rotoli e gli errori sottomisura degli avanti avversari se il punteggio, a pochi istanti dal termine, è ancora fermo sullo 0-0.

Basta un pareggio, è quasi fatta. Ma i circa 1100 tifosi che affollano il Comunale per la finale play off di serie D trattengono il fiato. E’ il 13 giugno del 2004. La città è in fermento, quel giorno a Sanremo si elegge il primo cittadino: mentre il pallone rotola sul manto erboso dell’impianto di Corso Mazzini, nei seggi è lotta serrata per il ballottaggio tra i due candidati Claudio Borea e Giovanni Rolando. Al Comunale però, per quell’ora e mezza di partita, nessuno ci pensa. Il pensiero corre con un brivido a dodici mesi prima, quando un gol allo scadere di Fatone, nella finale play off col Sansovino, manda in C/2 i toscani e condanna i matuziani ad un altro anno di D. Mentre Fatone, sfruttando un lungo cross dalla metà campo di Tognozzi, anticipa tutti di testa e batte il pur bravo Pellegrino, Fausto Silipo si accascia in panchina. Per il tecnico della Sanremese la delusione è tremenda. Esulta, alzando i pugni verso il cielo, invece l’allenatore degli aretini Maurizio Sarri. In Toscana, dalle sue parti, lo chiamano “mister 33”, per l’enorme numero di schemi e di soluzioni sulle palle inattive che ha trasmesso ai suoi ragazzi. Ha già vinto la Coppa Italia di D con la Sansovino e la vittoria dei play off gli spalanca le porte del professionismo. Non ha ancora il patentino per la serie C, ma ottiene una deroga. Il presidente della Sangiovannese, Arduino Casprini, lo chiama alla guida della sua squadra e Sarri lo ripaga portando la Sangiovannese in C/1 al primo tentativo.

Inutile dire che mentre scorre il tempo e la Lavagnese preme alla ricerca del gol, in molti ripensano alla prodezza di Fatone e temono che il destino possa voltare nuovamente le spalle alla Sanremese. Il presidente Ruggieri fa gli scongiuri. In panchina Silipo non c’è più, è stato sostituito alla ventitreesima giornata da Antonio Soda. Il Direttore Generale, vedendo la squadra arrancare alle spalle della Massese, dopo un iniziale testa a testa, decide di lasciare la scrivania per scendere in campo in prima persona. I toscani però ormai sono troppo lontani, e la Sanremese chiude la regular season al secondo posto, a distanza siderale dai bianconeri che stravincono il girone con 85 punti, a fronte dei 68 dei biancoazzurri.

Nei play off, dopo aver superato in semifinale la Sestese, l’ultimo ostacolo è la Lavagnese. La gara di andata termina sullo 0-0. Anche il match di ritorno sembra stregato. Poi al 38′ del secondo tempo, dopo che i bianconeri Carlos Rovera e Croci hanno sprecato due occasionissime davanti a Rotoli, calciando la sfera ben oltre la traversa e mettendo a dura prova le coronarie dei supporters matuziani, Antonio Soda fa uscire un esausto Liperoti e getta nella mischia Fabrizio Gambardella.

Gambardella è un jolly di fascia destra, può giocare sia a centrocampo che in difesa. Nato a Catanzaro il 14 novembre del 1967, nella sua carriera ha girato in lungo e in largo lo Stivale: è partito dalla Calabria, è stato in Sicilia, a Licata e Catania, quindi è tornato a Catanzaro, per poi vestire le maglie di L’Aquila, Taranto, Potenza, Latina e Terracina. A Sanremo è arrivato da un anno. A Sansovino, nella finale persa di misura con la truppa di Sarri, Fabrizio è in campo. Anzi, proprio da un suo errore di piazzamento, nasce il gol di Fatone. Quel giorno, mentre negli spogliatoi il presidente Ruggieri se la prende con l’arbitro Calvarese per l’espulsione di Papa che al 44′ del primo tempo lascia in dieci i suoi, e Silipo si trincera in un comprensibile mutismo, Gambardella non si dà pace. Ma il calcio è metafora della vita, e concede sempre una seconda possibilità. Accade spesso. A Fabrizio Gambardella capita il 13 giugno del 2004, contro la Lavagnese.

Siamo al terzo minuto di recupero. Il calciatore calabrese riceve palla sulla trequarti, decentrato sulla sinistra. Alza la testa, vede il portiere avversario Pozzo leggermente spiazzato, carica il tiro e lascia partire un bolide da trenta metri che si insacca all’incrocio dei pali.

RETE! RETE! RETE! – urla la folla impazzita, mentre la panchina della Sanremese si riversa in campo, in preda ad una comprensibile euforia. Gambardella viene sommerso dai compagni. L’arbitro, il signor Gallione di Alessandria, fa fatica a placare gli animi. Vengono espulsi per eccesso di esultanza Giuntoli e il massaggiatore della Sanremese Filippo Fazio. Qualcuno dagli spalti prova anche ad invadere il campo. Si va avanti ancora per un paio di minuti, poi il direttore di gara capisce che è meglio mandare tutti sotto la doccia. Quando arriva il triplice fischio, il Comunale esplode. Gambardella è l’eroe di giornata, per la Sanremese si spalancano finalmente le porte del ritorno in C/2, anche se bisognerà attendere qualche settimana per avere la certezza del ripescaggio.

Si abbracciano i calciatori della Sanremese, ricevono gli encomi della folla il presidente Ruggieri e l’allenatore Soda. Ma se oggi, a distanza di tempo, stiamo ancora qui a celebrare quel momento di gloria, un pensiero particolare va a lui, Fabrizio Gambardella. L’uomo che con un tiro straordinario, il 13 giugno di quindici anni fa, fu capace di trasformare lo stadio Comunale in una succursale in miniatura del Maracana di Rio de Janeiro o della Bombonera di Buenos Aires. Come in una specie di magia. La vita concede sempre una seconda possibilità, dicevamo. E Fabrizio a Sanremo ha trovato la sua rivincita proprio nel giorno più importante, guadagnandosi un posto di tutto rispetto nella storia del club biancoazzurro. Scusate se è poco.

Fabrizio Prisco

IL TABELLINO:

SANREMESE – LAVAGNESE 1-0

SANREMESE: Rotoli, Rosso, Addona, Giuntoli, Biffi, Papa, Leotta (18′ st Benincasa), Lodi, Lorieri (44′ st Mosciaro), Liperoti (38′ st Gambardella), Cocconi. All. Soda

LAVAGNESE: Pozzo, Parlato, Venuti, Matteazzi, Bratto, Livellara, Nicolini (1′ st Juan Lovera), Capurro (23′ st Carlos Lovera), Martin (1′ st Croci), Pelosi, Menini. All. Celestini

ARBITRO: Gallione di Alessandria

RETE: 48′ st Gambardella